LA DENUNCIA DEL COMITATO DEL PARCO DELLA CAFFARELLA: UN DISASTRO AMBIENTALE
Il fiume sacro dei romani ridotto a discarica liquida
Nell’Almone finiscono i rifiuti di interi quartieri: «Le acque arrivano direttamente nel fiume senza depuratore»
ROMA – Due germani reali, maschio e femmina, nuotano nell’alveo del fiume Almone: l’immagine è di una tranquillità speciale nell’agro romano della Caffarella. Ma l’acqua dove nuotano è marrone, melmosa, il ponticello sul fiume sacro è vicino alla via che da lui prende il nome, una diga di sbarramento protegge il corso d’acqua dai rifiuti solidi, che sono tanti e fanno barriera. Un passeggino, scarponi da sci, plastica, termosifoni sono un ostacolo e bloccano il defluire dell’acqua scurissima. «Qui si vede il disastro ambientale che riguarda il corso d’acqua sacro ai romani. C’è un inquinamento provocato dal tasso altissimo di coliformi fecali di almeno 5 volte superiore al livello minimo e il disastro provocato dai rifiuti solidi che impediscono lo scorrere dell’acqua, tanto da provocare frequenti piene, con il conseguente inquinamento di tutta la zona», racconta Roberto Federici del Comitato per il parco della Caffarella.
Da oltre trent’anni un gruppo di cittadini ha adottato l’agro all’interno del parco dell’Appia Antica, con l’obiettivo di risanare l’area e trasformare un pezzo di campagna romana degradata in un parco. «L’unico problema resta l’inquinamento del fiume di cui sono responsabili enti ed amministrazioni che hanno abbandonato la zona», continua Federici. Qualche chilometro più avanti, tra via Appia Nuova e via Annia Regilla, all’interno di un vivaio, nascosto da una natura rigogliosa c’è la spiegazione all’acqua maleodorante e melmosa. Un collettore fognario, nascosto nella vegetazione, scarica direttamente le acque scure nel fiume, una cascata rumorosa di coliformi fecali e cattivo odore.
«Sono le acque reflue dei quartieri Statuario e Quarto Miglio convogliate nel fiume senza depuratore – continua Federici – nonostante Acea Ato2 faccia pagare nella nostra bolletta la depurazione delle acque. Sono invece parzialmente depurate le acque dei Castelli Romani e di Ciampino sempre sversate nel fiume. Tutti questi liquami arrivano in Caffarella inquinando la valle». Acea ammette la mancanza di depuratori e spiega: «L’azienda è responsabile dell’area dal 2003, abbiamo ereditato impianti privati vecchi, siamo in attesa che si realizzino le procedure di esproprio dei terreni per poter realizzare il collettore fognario che si collegherà a quello di Roma sud. Per questi lavori è stato già fatto il bando». Il disastro ambientale è vicino nel cuore del parco regionale dell’Appia Antica. «Ormai è un problema sanitario serio – dice Alma Rossi, direttrice dell’ente parco – bisogna al più presto separare le acque chiare da quelle scure, l’Almone deve tornare ad essere un fiume». Dedicato ad Almo, il giovane latino caduto, nell’Eneide di Virgilio, per primo nello scontro con i Troiani di Enea.
Maria Rosaria Spadaccino 9 aprile 2013 (modifica il 10 aprile 2013)
[ via Corriere Roma ]