Un piccolo manufatto murato in un confine fra due proprietà (tenute di Marmoraria e di Statuario) lungo via Appia Nuova, ha catturato l’attenzione di un appassionato: Stefano Vannozzi.
Si tratta di un elemento lapideo in travertino singolare, a metà fra un termine di confine e una pietra miliare. Nella parte visibile reca alla base un corpo più grosso con uno stemma originariamente a sei monti da cui si eleva un cippetto con la parte superiore arrotondata e recante incisa in carattere capitale maiuscola, la lettera M. E’ evidente che il cippo deve la sua conservazione in loco per la funzione d’inviolabilità e determinazione fra diversi proprietari che ha mantenuto fino ai nostri giorni come caposaldo di confine perpetuato nella moderna urbanizzazione.
Dopo attenta osservazione, studio e documentazione, Stefano Vannozzi è giunto alla conclusione che si tratta dell’unico cippo o “colonnetta” di confine ancora esistente che delimitava nella metà del XVII secolo, le antiche tenute di Marmoraria e di Statuario presso il miglio quarto, sulla strada di Marino (odierna Via Appia Nuova).
Lo stemma raffigurato è quello della famiglia senese dei Chigi cui appartenne Papa Alessandro VII che rimarcò l’intervento nella nuova colonnetta apposta nel punto di confine più in vista sulla pubblica strada. Proprio sotto il suo pontificato venne, infatti, attuato un Catasto oggi noto appunto come Catasto Alessandrino consiste in circa 400 mappe acquerellate raccolte dalla Presidenza delle strade nel biennio 1660-1661, al fine di ripartire equamente le contribuzioni tra i proprietari delle tenute adiacenti; per la manutenzione e il rifacimento delle strade consolari.
Il toponimo quarto miglio che oggi include un intero quartiere, ancora fino alla fine del XVIII secolo indicava la sola fascia lungo la nuova Appia distante circa appunto quattro miglia pontificie dalla Porta di S. Giovanni. La pietra miliare in questione come le altre è andata probabilmente perduta negli interventi urbanistici e di espansione della città nell’ultimo secolo.
Tutto lo studio, gli approfondimenti e le considerazioni sono consultabili sul sito dell’autore
stefanovannozzi.wordpress.com