Un patto, quattro voci che parlano della cura di un gioiello della città: il Cittadino volontario, il Presidente dell’Associazione, l’Accademico che custodisce e divulga il metodo e l’Istituzione che crede nel valore della collaborazione.
Un patto, un tratto di sereno in un anno particolarmente difficile per tutti.
Un patto, una promessa per tutti coloro che lavorano ai tavoli per il domani.
Cristiano Tancredi, cittadino volontario di Retake Roma
Quando durante il mio primo anno di laurea Magistrale in Gestione e valorizzazione del territorio fui rapito dal Genius Loci dell’Appia Antica e in particolar modo degli Acquedotti, sentii l’esigenza di fare qualcosa per quel meraviglioso parco che dai Castelli Romani, come un grande cuneo verde, si insinua progressivamente nella città attraverso le sue millenarie strade, gli imponenti sistemi idraulici e i tipici paesaggi dell’Agro. Mi ritrovai così ben presto con un libro in una mano e la zappa nell’altra, ad operare come una sorta di militante per la bellezza, connettendomi alla storia, alle tradizioni e agli attivisti locali.
La complessità di agire in un contesto burocraticamente articolato e contorto, nel quale competenze e proprietà si intrecciano e spesso si sovrappongono, mi spinse insieme ad altri, legandomi alla decennale esperienza sul territorio di Retake, a ragionare su quello che poteva essere il miglior strumento giuridico per sprigionare tutte quelle energie latenti della comunità degli Acquedotti. Fu così che, dopo un periodo di confronto con l’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica e di studio con Gregorio Arena di Labsus, traendo vantaggio dalla Legge regionale 26 giugno 2019, n. 10 Promozione dell’amministrazione condivisa dei Beni comuni e dal Regolamento regionale 19 febbraio 2020, n.7 Regolamento sull’amministrazione condivisa dei beni comuni, sabato 6 giugno 2020 fu siglato il primo Patto di collaborazione tra l’Ente Parco Regionale Appia Antica e l’Associazione Retake Roma.
Il Patto degli Acquedotti per mezzo del quale l’Associazione assunse il ruolo di soggetto co-progettante nella cura dei beni comuni, congiuntamente all’istituzione competente nella gestione tutela e valorizzazione dell’area, non si limitava soltanto alle semplici azioni di manutenzione del parco da parte del gruppo dei volontari, ma riconosceva agli stessi un ruolo attivo nella salvaguardia di un patrimonio estremamente identitario per gli abitanti del quadrante di Roma sud est. Dopo 2 anni, essendo giunti alla conclusione di tale accordo è tempo di bilanci. Questo strumento partecipativo ha avuto indubbiamente il grande merito di far esplicare ad ogni attivista il suo diritto costituzionale, normato dall’articolo 118, di poter partecipare alla vita politica dell’Urbe, sviluppando concretamente quella sussidiarietà orizzontale, altresì prevista dalla Convenzione di Faro. Strutturando con l’Ente iniziative condivise dalla forte connotazione plurigenerazionale e coinvolgendo persone di varia estrazione sociale, in qualità di gruppo dei volontari del parco siamo riusciti non solo a interfacciarci con un vasto numero di cittadini, associazioni e istituzioni ma abbiamo contribuito e continuiamo a farlo ogni giorno con dedizione e passione, ad affrontare alcune problematiche che affliggevano e affliggono questo territorio (roghi, abbandono di rifiuti ecc.). Vedere un parco sempre più vissuto, pulito e che continua a far innamorare grandi e piccini è ciò che ci spinge a gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo, consapevoli del fondamentale ruolo riconosciutoci nei processi di tutela dal basso di un tesoro straordinariamente meraviglioso, ma allo stesso tempo assai fragile. Ciò è vero al punto tale che, per rispondere alle complessità poste da questa vera e propria chiamata alla difesa della bellezza, è emersa sempre più la necessità di formare i volontari con nozioni varie. Questo è un altro punto di forza dei Patti di collaborazione e che nell’Area degli Acquedotti abbiamo potuto toccare con mano in quanto attraverso l’accordo raggiunto l’Ente Parco si è impegnato non solo a supportare con uomini e mezzi i cittadini, ma anche ad attivare corsi di formazione per i volontari.
In questi giorni, siamo a lavoro per proseguire la collaborazione e la validità di tale esperienza è talmente sotto gli occhi di tutti che anche il Municipio VII entrerà nel Patto degli Acquedotti andando a rafforzare quella rete comunitaria e quelle sinergie che sono convinto siano il futuro per amministrare una città così complessa come Roma.
Paola Carra, Presidente di Retake Roma nel 2020
Proprio nei giorni in cui procede l’iter per l’approvazione del Regolamento dei Beni Comuni anche a Roma, dopo un lungo e accidentato percorso durato anni, il pensiero corre al primo Patto che, nel giugno 2020, come Presidente di Retake Roma, ebbi il piacere di firmare con l’Ente parco dell’Appia Antica. Cosa resa possibile in ragione del fatto che la Regione Lazio sin dal 2019 aveva recepito il Regolamento di Labsus.
Una giornata ricca di emozioni! Il Patto dava finalmente piena legittimità al lavoro che i cittadini volontari di Retake e di tante altre associazioni da anni svolgevano in quel Parco, aprendo ad una collaborazione programmata con l’amministrazione, secondo reciproci impegni e responsabilità.
Cosa differenzia un rapporto regolato da un Patto tra cittadini e amministrazione rispetto ad un’azione spontanea, comunque riconosciuta meritoria, ma non regolata da un Patto? La differenza è nei principi sottesi alla iniziativa dei cittadini. Nel primo caso, infatti, le istituzioni non solo ringraziano, ma riconoscono il valore pubblico e la funzione dei cittadini all’interno di una concezione innovativa dell’amministrazione della città, condivisa e partecipata. I cittadini quindi assumono uno status, una sovranità al pari delle istituzioni e, ognuna delle parti, secondo le sue responsabilità, si impegna a collaborare nell’interesse generale e nella cura del Bene comune. Inoltre, i Patti, e abbiamo potuto sperimentarlo in questi anni, creano rete e automaticamente mettono insieme diverse associazioni e soggetti privati, rendendo ancora più efficace e condivisa l’azione sul Bene comune in oggetto.
Dopo tanti anni di attivismo spontaneo e dopo aver dimostrato quanto siano grandi le energie e le iniziative dei cittadini, il Patto con l’Ente è stato percepito da Retake come un grande traguardo nella storia dell’associazione e nella vita della città.
E ora, dopo questa prima esperienza, attendiamo con ansia il Regolamento a Roma che, a mio avviso, darà un forte slancio alla partecipazione dei cittadini, favorendone il protagonismo e l’inclusione.
Gregorio Arena, Presidente di Labsus, Laboratorio per la Sussidiarietà
Il patto sottoscritto da Retake con l’Ente Parco regionale dell’Appia Antica è uno dei patti più significativi a livello nazionale, per tanti motivi, fra cui quelli messi benissimo in risalto da Paola Carra e Cristiano Tancredi. Mi limito dunque qui a far notare tre aspetti peculiari di questo patto.
Innanzitutto, è il primo patto stipulato fra un ente regionale e un’associazione, sulla base di una normativa regionale, la Legge della Regione Lazio n. 10/2019 e il relativo Regolamento attuativo n. 7/2020. La Regione Lazio è stata la prima regione a dotarsi di una legge per l’attuazione dell’art. 118, ultimo comma della Costituzione, una legge che costituisce tuttora un modello. Prevedendo che la Regione possa stipulare patti di collaborazione per la cura dei propri beni la legge correttamente estende tale previsione anche agli enti strumentali, qual’ è appunto il Parco Regionale dell’Appia Antica, la cui Direzione ha avuto il merito di “rompere il ghiaccio”, per così dire, sottoscrivendo nel giugno 2020 il primo patto per la cura di un bene pubblico particolarmente fragile, com’è il Parco degli Acquedotti.
Un secondo aspetto peculiare di questo patto, legato appunto al tipo di bene che ne è oggetto, riguarda un intervento pionieristico di cura di un bene archeologico di grande importanza storica, ovvero un tratto della Via Latina presente all’interno del Parco. La Via Latina è un bene culturale ed i beni culturali sono beni comuni per definizione, sia in senso materiale (in questo caso il basolato della via), sia in senso immateriale (in quanto ogni bene culturale rappresenta un “ancoraggio” per la memoria collettiva di una comunità).
Proprio per la fragilità tipica dei beni culturali spesso le amministrazioni pubbliche preposte alla tutela di tali beni oppongono grandi resistenze di fronte alla mera possibilità che dei semplici cittadini possano prendersene cura. Essere riusciti a superare tali resistenze è un grande merito di Retake, anche perchè in tal modo ha dimostrato con i fatti che i cittadini, se adeguatamente formati e monitorati, possono benissimo prendersi cura anche dei beni culturali. Nella logica dell’amministrazione condivisa, in cui cittadini e amministrazioni sono alleati nell’interesse generale, il successo della cura condivisa della Via Latina potrebbe aprire prospettive inedite per le Sovrintendenze di tutta Italia, sempre cronicamente afflitte dalla scarsità di risorse, a fronte di un immenso e diffuso patrimonio culturale bisognoso di cure.
Infine, un ulteriore aspetto peculiare di questo patto è lo sviluppo che esso ha conosciuto nel corso dei primi due anni della sua attuazione. L’impegno dei volontari di Retake si è manifestato in attività di “cura” del Parco nel senso più ampio e impegnativo del termine, a tutto tondo, dall’abbandono dei rifiuti ai roghi, dalla sicurezza ai beni culturali. E un altro aspetto inedito e importantissimo è stato rappresentato dall’impegno dell’Ente Parco alla formazione dei cittadini attivi, un profilo che nei patti raramente viene preso in considerazione e di cui invece bisognerebbe tenere conto sempre, anche nei patti più semplici.
Infine, ma non certo per importanza, c’è poi un aspetto che non è peculiare di questo patto bensì vale per tutti i patti, anche i più semplici. Ed è il ruolo fondamentale svolto dai patti nel rafforzare i legami di comunità, il senso di appartenenza e la coesione sociale, aiutando le persone a vincere la solitudine lavorando insieme per il bene comune. Nel Patto degli Acquedotti, date le dimensioni del parco ed il suo ruolo cruciale come area verde nel quadrante di Roma sud est questo effetto è stato fondamentale, con effetti estremamente positivi sulla vita di centinaia di persone. Confermando ancora una volta quello che noi di Labsus vediamo da anni in tutta Italia, cioè che curando i beni si curano al tempo stesso le persone.
Alma Rossi, Direttore dell’Ente Parco dell’Appia Antica
Il Parco Regionale dell’Appia Antica, ha nella propria genesi la virtuosa collaborazione dei cittadini attivi con le istituzioni locali: è infatti proprio sulla spinta di associazioni, cittadini ed intellettuali, che l’area protetta regionale ha visto la luce nel 1988; in particolare l’area degli Acquedotti fu inserita nel perimetro dell’area protetta, grazie ai cittadini della zona, strappando porzioni di territorio alla speculazione e consegnandole ad una gestione pubblica finalizzata alla tutela e valorizzazione di un patrimonio unico al mondo. Tale gestione, dunque, si è sviluppata negli anni attraverso la collaborazione costante con i cittadini e con le associazioni presenti nei quartieri limitrofi, coltivando al contempo un patrimonio ambientale ed archeologico straordinario e la cittadinanza attiva, inestimabile presidio delle comunità locali. Abbiamo un’esperienza di lavoro comune con i protagonisti territoriali, con questa storia abbiamo accolto con entusiasmo lo svilupparsi di una cultura dei Beni Comuni, ed abbiamo voluto essere protagonisti del positivo cambiamento.
La Legge regionale 26 giugno 2019, n. 10 “Promozione dell’amministrazione condivisa dei Beni comuni” ed il successivo Regolamento regionale 19 febbraio 2020, n. 7 “Regolamento sull’amministrazione condivisa dei beni comuni”, hanno dato il via ad una nuova stagione di collaborazione tra cittadini ed amministrazioni pubbliche. Con la Delibera n.09/2020 del Presidente “Promozione dell’amministrazione condivisa dei beni comuni, mediante forme di collaborazione tra l’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica e gli enti locali e i cittadini attivi, finalizzate alla cura, alla rigenerazione e alla gestione condivisa degli stessi”, anche il Parco Regionale dell’Appia Antica ha sviluppato nuovi percorsi di progettazione e gestione condivisa dell’area protetta con i cittadini e le associazioni locali.
Il primo patto di collaborazione nella Regione Lazio è stato firmato il 6 giugno 2020, nella splendida cornice del Parco degli Acquedotti, tra l’Ente Parco regionale dell’Appia Antica e l’Associazione Retake Roma.
La firma di quel documento è stato solo l’inizio di una collaborazione, che pure in un biennio segnato dalla pandemia, ha espresso sinergie importanti, attraverso azioni di cura e educazione ambientale.
Molto importanti per consolidare un rapporto sempre più stretto con i volontari sono state le attività’ di formazione specifica organizzate con il Parco.
Formazione per la cura e la manutenzione che è consistita in:
- un corso di riconoscimento delle piante articolato in 4 uscite sul campo, con l’ausilio di un botanico esperto, hanno partecipato in media 15 persone ad uscita, investimento di 400 euro
- un corso di introduzione al riconoscimento dell’avifauna a cui hanno partecipato 15 volontari, investimento 500 euro
Formazione per la didattica e la comunicazione:
- per il Gruppo Retake Young formato da circa 15 bambini/ragazzi, tra i 7 e i 12 anni, tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2022, sono state 15 le uscite, guidate dal personale del parco, di conoscenza del territorio dal punto di vista storico, archeologico e naturalistico e molteplici le attività’ pratiche di giardinaggio presso il Giardino delle farfalle insieme alle famiglie; con il contributo dell’l’Associazione ScienzImpresa i giovani hanno poi partecipato ad attività astronomiche. Nel mese di febbraio scorso sono state dedicate ad alcune classi delle scuole frequentate dal gruppo le iniziative didattiche: “Nel Parco di notte”, “Diario dell’esploratore” e “Rievocazione della Festa della dea Cibele e del suo amato Attis”.
- il 14 maggio 2022 presso la Cartiera Latina si è tenuto un seminario di approfondimento “La legislazione del Parco dell’Appia Antica tra storia e attualità” a cui hanno partecipato 20 volontari.
I volontari hanno partecipato numerosi anche all’incontro formativo di marzo 2022 dedicato ai nuovi operatori dei Punti Info, aperti dall’ente parco per accogliere i visitatori del parco la domenica e i giorni festivi. I volontari di Retake hanno talmente preso a cuore questa importante attività di presidio del territorio che hanno deciso di tenere aperto il punto informativo anche fuori dai giorni e gli orari previsti.
(Contributo stagionale per le aperture da calendario a rotazione con le altre associazioni: 300 euro).
Sono stati realizzati una serie di incontri mirati a sviluppare i contenuti dei seguenti cartelli informativi sulle regole di comportamento:
- Indicazione generali
- Fruizione in bicicletta
- Divieto balneazione animali
- Divieto di arrampicata sui monumenti.
Retake ha partecipato al video divulgativo prodotto dal Parco “Volontari per la bellezza” e ha poi sostenuto in forze (una ventina di volontari impegnati in ognuna delle date 18 aprile, 25 aprile e 1 maggio) la campagna di Primavera Picnic SI – Rifiuti NO, consentendo di tenere sotto controllo una situazione critica e di ridurre le conseguenze per il decoro delle aree molto frequentate in occasione delle festività primaverili e delle gite “fuori porta”.
Attività specifiche di cura dell’Area degli Acquedotti:
Il 15 aprile 2021 si è avviato il tavolo tecnico interistituzionale, con il coinvolgimento anche delle forze dell’ordine, di privati e di altre associazioni, per la tutela e la sicurezza dell’area Tor Fiscale-Acquedotti.
Il 18 ottobre 2021 è stata formalizzata la Convenzione tra Ente e Associazione Retake Roma della durata di 1 anno per la realizzazione degli interventi e delle attività’ di manutenzione delle aree verdi urbane, ai sensi deliberazione di Giunta regionale n. 850 del 12.12.2017, che detta i criteri e le modalità di riparto e di rendicontazione ai fini della concessione dei contributi per incentivare la manutenzione delle aree riservate a verde pubblico urbano da parte dei cittadini. Il contributo concesso per detta convenzione ammonta a circa 4.500,00 euro
Considerazioni e prospettive future.
La cultura dell’amministrazione condivisa dei Beni comuni si è fatta strada, il lavoro svolto a stretto contatto con gli operatori volontari di Retake, ha rappresentato uno stimolo alla cooperazione e alla sinergia anche tra i diversi servizi dell’Ente Parco (Servizio tecnico ambientale, Servizio comunicazione ed Servizio Guardiaparco) ed ha certamente rafforzato il legame con la comunità del territorio, grazie proprio alla presenza quotidiana nel Parco dei volontari di Retake, che di quella comunità civica sono partecipi straordinari e riconosciuti, rappresentando spesso, nell’espletamento delle attività concrete, una valida cerniera tra l’Ente Parco Regionale, i cittadini e le Istituzioni centrali e locali.
Oggi, in fase di rinnovo del Patto con Retake Roma, nuovi importanti interlocutori si affacciano con interesse al tavolo di progettazione, intendimento condiviso che un nuovo pezzo di strada si possa compiere con la partecipazione attiva delle istituzioni locali e possa prevedere il coinvolgimento anche lungo il percorso di altre associazioni e cittadini.
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