Sono partiti nei giorni scorsi i lavori di sistemazione degli alberi della Valle della Caffarella. Come molti dei visitatori hanno già potuto notare questa prima fase riguarda soprattutto gli abbattimenti selettivi.
Conseguentemente agli abbattimenti, verranno sostituiti gli alberi che hanno un significato paesaggistico, come ad esempio il filare sul rettilineo di Via della Caffarella che conduce al Casale della Vaccareccia, utilizzando ove opportuno specie tipiche della Valle della Caffarella. Si tratterà di giovani alberi, sani, che verranno messi in una posizione opportuna, che non interferisca con le attività umane e che non crei in futuro particolari problemi.
Si interverrà invece solo con la potatura su quegli alberi che presenteranno criticità ma che saranno meritevoli di conservazione. Come ad esempio il platano centenario vicino al ponte sull’Almone di fronte alla Vaccareccia: un albero molto danneggiato ma che si cercherà di salvare mettendolo in sicurezza. Oppure sulle diverse querce sparse nella Valle.
Purtroppo in molti casi gli alberi non potranno essere salvati, ma la sostituzione ove possibile garantirà l’arricchimento del patrimonio arboreo, grazie anche a centinaia di alberi che sono stati messi a dimora in questi anni dagli operai dell’Ente Parco, che hanno raccolto i semi delle specie autoctone (farnie, roverelle, lecci, cerri, aceri, pioppi, salici bianchi e rossi, bagolari, noccioli, gelsi…), ma anche grazie al progetto Ossigeno della Regione Lazio a cui l’Ente partecipa attivamente ed inoltre grazie alla collaborazione di tanti cittadini che ci aiutano a mettere a dimora piante che diverranno alberi.
Certamente non verranno sostituiti i tanti alberi spontanei come gli olmi morti per cause patologiche; in questi casi sarà la natura a fare il suo corso e a ricostituire da sola negli anni la copertura arborea. Infine verranno rimossi ove possibile gli alberi infestanti (ailanti, robinie).
Il materiale di risulta grossolano verrà rimosso, soprattutto nelle aree fruite dai cittadini. Ove l’accessibilità dei luoghi non lo permetterà, il materiale legnoso minuto, più rapidamente deperibile, verrà lasciato in situ e costituirà materiale organico (necromassa) utile per la vita che su di esso si insedierà, come funghi, insetti utili, uccelli, microfauna.
Questo avverrà ad esempio nelle zone più umide, dove i rovi in poche settimane occulteranno tutto così che il materiale organico origini lettiera e humus, non asportando così queste preziose risorse dai luoghi ove si sono originate, per farle ritornare in poco tempo nel ciclo della vita.
I lavori dureranno circa due mesi.
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