Per “servire meglio Roma” Ama ripensa a 360 gradi la sua missione puntando a posizionarsi come operatore industriale di riferimento nazionale per l’Economia Circolare: da mero “raccoglitore di rifiuti” a “produttore di materie prime seconde”. E’ l’autosufficienza impiantistica dell’azienda pubblica e di Roma Capitale, come fattore centrale per il miglioramento dei servizi e la creazione di valore a beneficio dei cittadini, il principale cardine del nuovo Piano Industriale di Ama le cui Linee Guida sono state approvate lunedì 21 gennaio dal Cda dell’Azienda.
Il primo obiettivo è quello di portare la qualità dei servizi di igiene urbana al livello delle più virtuose capitali europee, non solo con una decisa accelerazione della raccolta differenziata domiciliare, la radicale rimodulazione della raccolta stradale e il potenziamento dei centri di raccolta per i rifiuti ingombranti e “particolari”, ma anche con una profonda riorganizzazione aziendale. Infatti per rispondere alle esigenze dei territori sui servizi di pulizia e spazzamento stradale, il piano industriale include le “Ama di Municipio”: un nuovo assetto organizzativo articolato in specifiche strutture di “area”, con ruolo di interfaccia nella gestione tra azienda, Municipi e utenti.
Punto fondamentale del piano è l’assetto impiantistico. Già prima dell’incendio del TMB Salario gli impianti aziendali coprivano meno del 25% del fabbisogno di trattamento dei rifiuti raccolti nella città di Roma. Il nuovo piano industriale punta ad abbattere la dipendenza da terzi dell’azienda capitolina prevedendo asset fondamentali per il miglioramento dei servizi erogati e la creazione di valore economico con la realizzazione di 13 nuovi impianti: 3 impianti per il trattamento degli scarti organici, 3 per il trattamento di plastica e metalli, 2 fabbriche dei materiali in sostituzione dei TMB, 4 per materiali specifici (RAEE, terre di spazzamento, materassi, pannolini) e 1 per la vetrificazione degli scarti di trattamento. Complessivamente questo nuovo sistema impiantistico dovrà poter trattare annualmente 880 mila tonnellate di rifiuti e materiali riciclabili.
Attraverso la raccolta differenziata, inoltre, entro i prossimi cinque anni si punta ad intercettare quasi 500mila tonnellate in più di materiali da avviare a riciclo. Nel processo, oltre al “porta a porta”, verrà innestato il programma per circa 1000 “domus ecologiche” (aree ad accesso riservato e controllato al servizio di utenze condominiali o piccoli nuclei abitativi) e la riorganizzazione della raccolta di prossimità su strada, anche attraverso l’introduzione di soluzioni tecnologiche per l’applicazione futura della tariffa puntuale.
“L’autosufficienza impiantistica – afferma il presidente di Ama Lorenzo Bagnacani – è un fattore strategico per l’azienda pubblica e rappresenterà la vera rivoluzione per Roma Capitale. Le leve del ciclo integrato dei rifiuti e una logistica radicalmente mutata costituiranno le basi per il miglioramento dei servizi e per la creazione di valore a beneficio della cittadinanza”.
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